Cosa Vi Siete Persi?

venerdì 16 marzo 2007

STRANEZZE NEWYORKESI


Quale luogo migliore, se non New York, per dar vita a tante stranezze da far girar la testa?

Ultima, ma non ultima, è quella creata da Nino Selimaj, pizzaiolo albanese trasferitosi a New York 29 anni fa. La "Luxury Pizza", così l'ha soprannominata: una pizza da 1.000 dollari (760 euro) condita con sei tipidi caviale e aragosta fresca!
Una pizza da 30 cm, tagliata in otto parti, ognuna delle quali costerà la bellezza di, udite udite, 95 euro!!!!

"So che non è alla portata di tutti ma ci sono persone a New York che possono permettersi queste cifre per una pizza e dopo averla provata, torneranno per averne ancora. E' deliziosa" dice il pizzaiolo.

Quale posto migliore per sperimentare questa nuova pizza? In America!
Un'America che lascia morire i suoi figli per un semplice mal di denti o un'appendicite e solo perchè la famiglia non ha l'assicurazione!

L'America degli appelli di pace e delle raccolte di beneficenza, e nel frattempo si creano pizze dai costi esagerati.

Ma io adesso mi chiedo: Era davvero tanto necessaria una trovata del genere?
Provo compassione per coloro che andranno a comparla: 95 euro un solo misero pezzettino e intanto in molte parti del mondo ci sono persone che non possono neanche permettersi le briciole di quella pizza, non hanno neanche l'acqua da bere loro... e in commercio mettono le bottiglie d'acqua minerale che vendono a peso d'oro.

Chi sa se era meglio la vita che si faceva ai tempi dei miei nonni o questa che facciamo noi adesso, fatta di mille cose insignificanti, frivole, effimere...
Legati al DIO DENARO, padrone di ogni bene... e di ogni male!

Ah, poi ci tengono gli americani a farci sapere che se nel caso, dopo l"abboffata" con questa pizza, non si fosse ancora sazi è possibile spostarsi nel ristorante a fianco dove si vende un gelato misto di frutta e nocciole sempre da 1.000 dollari ricoperto da una sfoglia da 23 carati!!!!!

E queste sarebbero le "belle notizie"?
Alla faccia di chi si muore di fame!

News yahoo.com

martedì 13 marzo 2007

GLI ULTIMI GUERRIERI



Passione. Sacrificio. Lealtà.
In queste tre parole mi piace inglobare il senso di uno sport che più che definirlo tale si potrebbe chiamare "Stile di vita".
I ricordi più belli rimangono legati a quelle interminabili partite che ti lasciavano il segno e ancora rimangono impresse nella memoria come qualcosa di piacevole e che ti fa sorridere incosciamente.
Quando per la prima volta, al Flaminio di Roma, in occasione dei giochi della gioventù, vedemmo giocare uno dei miti del rugby mondiale contro un'Italia che stava "nascendo" come squadra e come cultura fu una emozione forte. Erano lì, davanti a noi, i giocatori più forti del Vecchio Continente e che, fino ad ora, non ho più rivisto dal vivo: i "Barbarians".
Quell'anno diventammo i "Campioni d'Italia" di uno sport che pochi conoscevano e che spesso veniva tacciato di essere violento, aggressivo... pericoloso! Vallo a spiegare a chi non voleva proprio capire che la violenza era la cosa che il rugby più rifiuta. Vagli a spiegare che al di là della Alpi si giocava uno sport dove negli stadi non c'erano reti, nè poliziotti, nè scontri, dove le squadre dopo la partita andavano a mangiare e bere e festeggiare insieme la vittoria, ma anche la sconfitta, senza rancori, come vecchi amici.
Poi fu la volta degli "All Black"... tutti neri! Che solo a guardarli facevano paura... con quella loro "danza di guerra" prima della partita che ti faceva venire la tremarella... e chi se la scorda!
Quando cominciava l'allora "Five Nations" (Cinque Nazioni, perché l'Italia è entrata solo nel 2003) si fermava il tempo. Quando vedevi quelle squadre che giocavano un rugby che ancora noi ci sognavamo era un'estasi... il "Rugby Champagne" che giocava la Francia era inebriante, l'Inghilterra, la Scozia, il Galles... l'Irlanda... mamma mia!
Quando si sparse la voce che forse l'Italia sarebbe entrata a far parte del Torneo fu l'apoteosi. in quegli anni ci fu la prima vittoria sulla Francia che nessuno si sarebbe mai aspettato e che diede inizio a tutto.
il primo mondiale... la prima partita dell'Italia nel "Sei Nazioni"... alla faccia di chi non credeva...
Adesso, quando in campo fanno ingresso i "guerrieri", si comincia a sentire anche l'urlo della folla che fino a poco tempo fa mancava. Adesso, quando al Flaminio comincia a suonare l'Inno di Mameli 30.000 persone lo cantano a squarciagola e quando il gioco comincia, comincia la festa, la festa di chi gioca e sa che se dovesse perdere sarà pur sempre una vittoria, la festa del popolo del rugby che sa che se dovessimo vincere sarà un giorno di storia, e che se dovessimo perdere stasera festeggeremo insieme ai vincitori.

Francesco

giovedì 1 marzo 2007

IF THE RUSSIAN LOVE THEIR CHILDRENS TOO



Non lasciamoci ingannare dal titolo. Non parleremo dei russi, nè della Russia. Faremo invece riferimento a due notizie terrificanti che riguardano la cronaca di oggi e trarremo le nostre conclusioni, o meglio, esprimeremo la nostra opinione.

Dal TGCOM del 1 marzo 2007:

Belgio,madre uccide i cinque figli
La donna ha poi tentato il suicidio

Una donna belga ha ucciso i suoi cinque figli e poi ha tentato di suicidarsi, senza riuscirvi. Il fatto è avvenuto a Nivelles, a circa venti chilometri da Bruxelles. Le giovani vittime, colpite con un coltello o un pugnale, avevano tra i tre ed i 14 anni. E' stata la donna stessa a chiamare i soccorsi dopo il suo tentativo, non riuscito, di diventare la sesta vittima di questa strage familiare...

e, sempre dal TGCOM del 1 marzo 2007:

Usa,morto di mal di denti a 12 anni
La madre non aveva assicurazione medica

E' morto a causa di un mal di denti trascurato un bambino di dodici anni del Maryland, che non era stato portato dal dentisa da sua madre perchè non era coperto da assicurazione medica. Una tragica storia, raccontata dal Washington Post, che riporta in primo piano il tema della copertura sanitaria per i minori negli Stati Uniti. Sarebbe bastato estrarre il dente per salvare il ragazzo, ma la madre non poteva permettersi la spesa...

Due notizie all'apparenza diverse... eppure tanto simili...
una madre che uccide i propri figli è qualcosa di aberrante, che va al di là di una comprensione umana. Eppure... non è forse uno Stato (sovrano, o che si definisce tale), come lo è l'America, una grande famiglia che dovrebbe proteggere i propri figli, ovvero i suoi cittadini come se lo fossero, ed aiutarli nelle difficoltà, essere un sostegno per i deboli (un bambino in questo caso e come tanti altri accaduti in passato e che accadono sovente)?
Come può uno Stato come l'America permettere che i propri figli muoiano perchè la loro unica colpa è essere poveri!
Ora c'è da chiedersi se sia più vergognoso uccidere il proprio figlio o lasciarlo morire senza alzare un dito...
"If the russian love their childrens too" cantava Sting nel mezzo della Guerra fredda... If America (non gli americani) love her childrens too... mi viene da dire.
Francesco