Cosa Vi Siete Persi?

mercoledì 7 novembre 2007

ENZO, IL GRANDE.


La scomparsa di Enzo Biagi diminuisce l'Italia e gli italiani. Con lui va via forse l'ultimo della specie a cui apparteneva. Gente senza peli sulla lingua, del calibro di Montanelli, della Fallaci, che sostenevano la verità ad ogni costo. Biagi per noi non era un giornalista qualunque, era un uomo di cultura. Una cultura che va sempre di più scomparendo.
Ci piace ricordarlo nei suoi libri, nei ricordi di "come eravamo" in questa "cara Italia" che va perdendo i suoi pezzi migliori.
Ci piace ricordare la sua calma e la sua fermezza, la sua decisione e la sua loquacità, il suo viso rassicurante e i suoi occhiali inconfondibili.
Ci piace sapere che l'Italia è fatta anche di persone grandi, che lasciano il segno e la cui perdita lascia l'amaro in bocca e un profondo dolore.

sabato 20 ottobre 2007

CHIST' SO PAZZ'

Tasse in vista per siti e blog

Polemica per nuova legge editoria

Tassare anche internet: l'articolo 7 del disegno di legge sull'editoria prevede infatti l'iscrizione obbligatoria al Roc, il registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale su internet. E il popolo della Rete si ribella. Portavoce delle proteste, manco a dirlo, Beppe Grillo.

dal TGCOM del 20/10/2007

... resta ben poco da aggiungere.

lunedì 2 luglio 2007

RAGAZZI SENZA TEMPO

Sport, danza e hobby fanno certamente bene allo sviluppo psico-motorio, ma non bisogna esagerare
La loro agenda di impegni pomeridiani è più fitta di quella di un direttore d’azienda: lezioni d’inglese, danza, piscina, pianoforte, catechismo. Calendario alla mano ogni giorno dopo la scuola c’è qualcosa da fare. Per tenere in forma il fisico, per ampliare la cultura, per tenere occupati i bambini e per non sprecare il tempo libero. Insomma, i bambini non hanno proprio la possibilità di annoiarsi: ogni ora lasciata libera dalla scuola e dai compiti è occupata da una delle mille possibili attività extrascolastiche.

Gli impegni dei bambini
Secondo alcune ricerche più del 40% dei giovanissimi frequenta almeno un corso dopo la scuola con un impegno minimo mai inferiore alle due ore settimanali. A scegliere le attività però, non sono i bambini, ma i genitori, non di rado spinti più dall’obiettivo di allevare un piccolo artista o un futuro campione, che un bimbo sano e sereno.
I corsi più gettonati sono gli sport e le attività di movimento, tra cui spiccano il nuoto e il calcio. Ma non si tralascia nemmeno l’arte, con corsi di pittura o lo studio di uno strumento musicale oppure si bada alloro futuro con lo studio dell’inglese o dell’informatica.
Tutte queste opportunità possono essere favorevoli per il bambino se vissute da lui con piacevolezza, altrimenti è soltanto un eccesso di impegni che finisce per privare i piccoli del piacere di inventare i propri giochi.

L’importanza del gioco
Alcuni genitori potrebbero pensare che far frequentare tanti corsi ai propri figli li aiuti a socializzare, visto che giocare per strada oggi è diventato impossibile, i giardinetti sono passati di moda e i cortili condominiali ormai sono utilizzati come parcheggi. Ma questo è un errore.
Le attività extrascolastiche non sono spontanee, per lo più non sono scelte dai piccoli e non possono andare a sostituire il gioco, che resta invece fondamentale per la crescita e lo sviluppo infantile.
I bambini infatti hanno bisogno di giocare in modo libero e spontaneo, non guidato dalla regia di un adulto all’interno di una lezione o di un laboratorio: privarli del gioco è un grave errore.
Il gioco è un’attività indispensabile per il loro benessere proprio come lo sono mangiare, dormire, respirare. E’ un ingrediente prezioso della crescita perché aiuta il bambino a scoprire il mondo in modo personale e creativo. Una equilibrata organizzazione della settimana con ampi spazi per il gioco libero è dunque fondamentale per un sano sviluppo psicologico del bambino.

La libertà di scegliere
Meno scuola e più tempo libero quindi, ma che sia davvero libero. Le attività migliori sono sempre quelle scelte e volute dal bambino. Severamente vietate invece imposizioni, pressioni, e ricatti del tipo “hai iniziato e ora finisci il corso”.
L’atteggiamento migliore è concedere ai figli la massima libertà offrendo sempre loro consigli e appoggio, e non iscriverli a più di un corso extrascolastico all’anno.
Infine, cosa molto importante, l’attività extrascolastica scelta deve essere presentata e vissuta come un gioco, cosa che purtroppo non sempre avviene. Dal nuoto al corso d’inglese, dalle arti marziali alle lezioni di musica, dalla scuola di disegno a quella di calcio, la tendenza oggi è quella di impostare tutto come se fosse perfezionamento e competizione, mentre a questa età deve essere soprattutto divertimento.

Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psicologo - Psichiatra – Psicoterapeuta
Consulente del Tribunale di Roma

Tratto da Guidagenitori.it

lunedì 7 maggio 2007

Quanto (non) guadagna una casalinga...

Ho sentito spesse volte parlare e criticare il "lavoro" di casalinga, siamo spesse volte definite MANTENUTE da persone che di organizzazione domestica ne sanno ben poco (per non dire nulla!), sono persone che a casa hanno la mammina che lava, stira, prepara pranzo e cena, fa quadrare i conti e gli prepara anche le valigie per andare in vacanza (anche se da parte mia, sentendo che opinione hanno di questo lavoro "socialmente utile", le valigie gliele farei una volta per tutte per spedirli fuori casa) perchè loro non sanno neanche dove tengonon le mutande nell'armadio!
A tal proposito quanlche giorno fa uscì una notizia su Yahoo che riguardava proprio uno studio sul caso... e ve lo pubblico volentieri, eccolo:

NEW YORK (Reuters) - Se il lavoro delle casalinghe negli Usa fosse pagato, tenendo conto anche del loro ruolo di cuoche e psicologhe, arriverebbero a guadagnare 138.095 dollari all'anno, secondo una recente ricerca.

Si tratta di un aumento del 3% rispetto allo scorso anno, quando lo "stipendio" ideale si era fermato 134.121 dollari, secondo la ricerca di Salary.com.

Una casalinga fa 10 lavori: oltre alla domestica, fa il cuoco, l'insegnante, la lavandaia, l'autista, la manager, l'operatrice di computer, l'usciere, l'amministratore delegato e la psicologa.

La madre tipica lavora 92 ore a settimana, quindi con 40 ore di salario base e 52 di straordinario.

Una mamma che lavora a tempo pieno fuori casa dovrebbe ricevere 85.939 dollari per il lavoro da casalinga, aggiunge lo studio.

Salary.com ha realizzato la ricerca con le risposte online di 26.000 mamme casalinghe e 14.000 mamme lavoratrici fuori casa.

Vi sembra poco?

Fonte Yahoo.news


venerdì 27 aprile 2007

UN PICCOLO GRANDE CIBO


Le uova sono un alimento ad alto valore nutritivo e una fonte di proteine nobili per la loro digeribilità.
Una delle domande più frequenti che vengono solitamente rivolte al pediatra in tema di alimentazione riguarda il periodo in cui, nella dieta del bambino, possa essere utilmente indicata l’introduzione dell’uovo di gallina. L’uovo è un alimento nutriente, ricco di grassi, vitamine e minerali e deve essere però introdotto nella dieta del bambino solo intorno all’ottavo mese nello svezzamento “normale”, dopo il dodicesimo-diciottesimo per il bambino allergico. Le proteine dell’uovo infatti possono scatenare reazioni allergiche nei bimbi predisposti.

Valori nutrizionali
L’uovo è senza dubbio un alimento ricco. In genere si mangia quello di gallina, il cui peso medio è di 55 g ed è così composto: albume 32 g, tuorlo 17,5 g e guscio 5,5 g. L’albume è ricchissimo di proteine (16%), di minerali e grassi (32%), e povero di acqua (51%). La proteina più importante si chiama ovoalbumina ed è pari al 60% delle proteine totali. L’uovo contiene molto ferro, soprattutto in forma chimica molto disponibile, cosa che lo rende un alimento essenziale per i bambini.
E’ poi relativamente ricco di sali minerali come zolfo (di origine proteica), fosforo, sodio, potassio, cloro, calcio e magnesio.
Nell’uovo inoltre è presente una discreta quantità di vitamine. Le vitamine più importanti dell’uovo sono la B1 o tiamina, la B2, la PP e soprattutto la vitamina B12, che in genere si trova negli alimenti di origine animale e che quindi, è carente nei vegetali. Il tuorlo in particolare, è ricco soprattutto di vitamina A, che si presenta sotto forma di provitamina o carotenoide. Esiste anche la vitamina D, ma è assente la C. Il contenuto di vitamine varia in base all’epoca di deposizione delle uova (più sono vecchie minore è il contenuto di vitamine).
L’unico inconveniente dell’uovo è il suo alto contenuto di colesterolo pari a 250 mg per 100 g di prodotto. Questo vuol dire che abusare delle uova significa accumulare molti grassi saturi nel sangue e di conseguenza favorire l’insorgenza - a lungo andare e con un uso continuativo - di malattie cardiovascolari. Un uovo fornisce circa 150 Kcalorie.

Guida all’acquisto
C’è chi crede che le uova dal guscio scuro siano in qualche modo più genuine o nutrienti di quelle a guscio bianco, ma sono solo false convinzioni: il colore del guscio dipende esclusivamente dalla razza delle galline. Il colore viene percepito come attributo di qualità anche per il tuorlo: molti sono convinti che un colore più carico, più arancio, sia legato alla genuinità. Niente di più falso. Il colore dipende solo dall’alimentazione delle galline. Se nella dieta sono presenti molti carotenoidi, pigmenti contenuti naturalmente nei vegetali, i tuorli diventano di un giallo-arancio più carico, altrimenti saranno più pallidi. Ci sono galline poi, che non riescono a fissare i carotenoidi alimentari e producono normalmente uova dal tuorlo chiaro. Quindi il colore non ha niente a che fare con la qualità. Molti consumatori però preferiscono le uova dal tuorlo ben colorito e così negli allevamenti di galline ovaiole vengono spesso aggiunti ai mangimi carotenoidi di sintesi.
In base alla legge le uova sono classificate in tre categorie A, B e C; solo quelle di categoria A, in pratica, sono destinate al consumo diretto, mentre le altre vanno all’industria alimentare.

La freschezza
Il parametro di qualità più importante per le uova è la freschezza. Dal momento della deposizione l’uovo comincia ad invecchiare; attraverso il guscio, che è poroso, si ha una perdita di anidride carbonica e di umidità. Questo porta a un aumento di altezza della camera d’aria, l’indicatore di freschezza più noto e l’unico quantificabile oggettivamente preso come riferimento dalla legislazione. All’atto pratico la loro freschezza è facilmente controllabile da tutti, perché le uova non più fresche tendono a galleggiare se immerse in acqua salata, il loro tuorlo si rompe facilmente durante la cottura e l’albume tende a liquefarsi.

La conservazione
E’ bene conservare sempre le uova in frigo poiché per sua natura l’uovo si deteriora facilmente: primo segno la formazione del vuoto all’interno del guscio. La refrigerazione rallenta enormemente i processi di invecchiamento, per questo sulle confezioni di uova è obbligatorio riportare la dicitura di conservare le uova in frigorifero dopo l’acquisto. Ma sarebbe auspicabile che le uova fossero tenute moderatamente refrigerate, diciamo tra i 5 e i 10 gradi, anche nei punti vendita, così il consumatore avrebbe disponibile un prodotto migliore. Anche le uova, nonostante la protezione naturale del guscio, possono, talvolta subire alcune alterazioni, legate sia all’attività enzimatica sia all’attività microbica.

Quando introdurlo nella dieta
È fondamentale svezzare il bimbo con gradualità, osservando il calendario stabilito dal pediatra. Le proteine dell’uovo sono complesse e , se giungono nell’intestino del bimbo quando quest’organo non è ancora in grado di riconoscerle, possono provocare allergie, nell’immediato o negli anni successivi. Si deve anzitutto fare una netta distinzione tra le due parti che costituiscono l’uovo, il tuorlo e l’albume. La raccomandazione è quella di cominciare dal tuorlo e con un piccolo assaggino per verificare le reazioni del bimbo. Il tuorlo è formato soprattutto da lipidi e viene digerito meglio dal bambino se gli viene somministrato crudo, aggiungendolo gradualmente alla minestrina a partire dai 9 mesi di età, cominciando con qualche cucchiaino ed arrivando ad un tuorlo intero, al posto della carne, del formaggio o del pesce una volta alla settimana.
L’albume dell’uovo, invece, è composto principalmente da proteine e risulta meglio digeribile per il bambino di questa età se viene somministrato cotto. Proprio perché l’albume è la parte più allergizzante dell’uovo, sarebbe meglio, nel timore di possibili reazioni allergiche, raccogliere accuratamente l’anamnesi dei genitori (i bambini più esposti al rischio di allergie sono infatti i piccoli che hanno uno o entrambi i genitori allergici, sia ad alcuni alimenti sia ad altri agenti scatenanti, come i pollini o gli acari) e, nel caso di positività per le malattie allergiche, è sempre preferibile posticipare la prova di somministrazione (anche del tuorlo) verso i 18 mesi.
Anche nel bambino non a rischio, comunque, l’uovo "alla coque" è sempre consigliabile dopo il primo anno, potendo essere causa imprevedibile di allergia alimentare.
Bisogna aspettare le tappe dello svezzamento anche per i cibi che contengono l’uovo tra gli ingredienti, come i budini, la pasta all’uovo e le merendine. È sempre bene offrire al piccolo solo i prodotti specifici per l’infanzia, privi di additivi.

Il metodo di cottura
La digeribilità dell’uovo, come quella di tutti gli alimenti, dipende dal tipo di cottura; i cibi elaborati e cucinati con molti grassi di condimento rallentano le diverse fasi della digestione provocando, di conseguenza, il senso di pesantezza. Anche i tempi di cottura influiscono sulla digeribilità: l’uovo alla coque o in camicia, cioè bollito senza guscio, richiede un tempo di digestione pari a circa due ore contro, per esempio, le tre ore dell’uovo crudo, strapazzato o sodo. È preferibile offrire al bambino l’uovo alla coque o in camicia. Questi metodi di cottura mantengono quasi intatta la struttura del tuorlo e rendono le proteine dell’albume più digeribili.

*** Uovo à la coque. E’ il modo più semplice e più digeribile per cuocere un uovo che, cucinato così è adatto anche ai bambini molto piccoli. L’uovo deve essere il più fresco possibile e deve cuocere nell’acqua bollente per un periodo che varia, secondo i gusti, dai due ai quattro minuti. Per evitare la rottura del guscio è consigliabile praticare un buchino sul guscio, premendo la punta di uno spillo nella parte opposta alla punta.

*** Uovo sodo. Generalmente si presta poca attenzione a questo metodo di cottura ma un uovo sodo troppo cotto assume un colore verdastro e un sapore sgradevole. Per un risultato perfetto, l’uovo deve restare nell’acqua in ebollizione per otto minuti e, appena pronto, deve essere immerso in acqua fredda per fermare la cottura.

*** Uovo in camicia. E’ necessario che l’uovo sia freschissimo. Si fa bollire dell’acqua in un tegame basso, alla quale si aggiunge il sale e un cucchiaio di aceto per ogni litro. Si rompe l’uovo dentro una tazzina e lo si fa scivolare nell’acqua proprio nel punto dove si produce l’ebollizione. Subito dopo si abbassa la fiamma al minimo e si lascia cuocere per circa tre minuti cercando, con una schiumarola, di raccogliere l’albume intorno al tuorlo. Per avere un buon risultato è bene cuocere un uovo alla volta e, una volta scolate, tenerle in caldo immerse nell’acqua tiepida.

Tratto da Guidagenitori

venerdì 16 marzo 2007

STRANEZZE NEWYORKESI


Quale luogo migliore, se non New York, per dar vita a tante stranezze da far girar la testa?

Ultima, ma non ultima, è quella creata da Nino Selimaj, pizzaiolo albanese trasferitosi a New York 29 anni fa. La "Luxury Pizza", così l'ha soprannominata: una pizza da 1.000 dollari (760 euro) condita con sei tipidi caviale e aragosta fresca!
Una pizza da 30 cm, tagliata in otto parti, ognuna delle quali costerà la bellezza di, udite udite, 95 euro!!!!

"So che non è alla portata di tutti ma ci sono persone a New York che possono permettersi queste cifre per una pizza e dopo averla provata, torneranno per averne ancora. E' deliziosa" dice il pizzaiolo.

Quale posto migliore per sperimentare questa nuova pizza? In America!
Un'America che lascia morire i suoi figli per un semplice mal di denti o un'appendicite e solo perchè la famiglia non ha l'assicurazione!

L'America degli appelli di pace e delle raccolte di beneficenza, e nel frattempo si creano pizze dai costi esagerati.

Ma io adesso mi chiedo: Era davvero tanto necessaria una trovata del genere?
Provo compassione per coloro che andranno a comparla: 95 euro un solo misero pezzettino e intanto in molte parti del mondo ci sono persone che non possono neanche permettersi le briciole di quella pizza, non hanno neanche l'acqua da bere loro... e in commercio mettono le bottiglie d'acqua minerale che vendono a peso d'oro.

Chi sa se era meglio la vita che si faceva ai tempi dei miei nonni o questa che facciamo noi adesso, fatta di mille cose insignificanti, frivole, effimere...
Legati al DIO DENARO, padrone di ogni bene... e di ogni male!

Ah, poi ci tengono gli americani a farci sapere che se nel caso, dopo l"abboffata" con questa pizza, non si fosse ancora sazi è possibile spostarsi nel ristorante a fianco dove si vende un gelato misto di frutta e nocciole sempre da 1.000 dollari ricoperto da una sfoglia da 23 carati!!!!!

E queste sarebbero le "belle notizie"?
Alla faccia di chi si muore di fame!

News yahoo.com

martedì 13 marzo 2007

GLI ULTIMI GUERRIERI



Passione. Sacrificio. Lealtà.
In queste tre parole mi piace inglobare il senso di uno sport che più che definirlo tale si potrebbe chiamare "Stile di vita".
I ricordi più belli rimangono legati a quelle interminabili partite che ti lasciavano il segno e ancora rimangono impresse nella memoria come qualcosa di piacevole e che ti fa sorridere incosciamente.
Quando per la prima volta, al Flaminio di Roma, in occasione dei giochi della gioventù, vedemmo giocare uno dei miti del rugby mondiale contro un'Italia che stava "nascendo" come squadra e come cultura fu una emozione forte. Erano lì, davanti a noi, i giocatori più forti del Vecchio Continente e che, fino ad ora, non ho più rivisto dal vivo: i "Barbarians".
Quell'anno diventammo i "Campioni d'Italia" di uno sport che pochi conoscevano e che spesso veniva tacciato di essere violento, aggressivo... pericoloso! Vallo a spiegare a chi non voleva proprio capire che la violenza era la cosa che il rugby più rifiuta. Vagli a spiegare che al di là della Alpi si giocava uno sport dove negli stadi non c'erano reti, nè poliziotti, nè scontri, dove le squadre dopo la partita andavano a mangiare e bere e festeggiare insieme la vittoria, ma anche la sconfitta, senza rancori, come vecchi amici.
Poi fu la volta degli "All Black"... tutti neri! Che solo a guardarli facevano paura... con quella loro "danza di guerra" prima della partita che ti faceva venire la tremarella... e chi se la scorda!
Quando cominciava l'allora "Five Nations" (Cinque Nazioni, perché l'Italia è entrata solo nel 2003) si fermava il tempo. Quando vedevi quelle squadre che giocavano un rugby che ancora noi ci sognavamo era un'estasi... il "Rugby Champagne" che giocava la Francia era inebriante, l'Inghilterra, la Scozia, il Galles... l'Irlanda... mamma mia!
Quando si sparse la voce che forse l'Italia sarebbe entrata a far parte del Torneo fu l'apoteosi. in quegli anni ci fu la prima vittoria sulla Francia che nessuno si sarebbe mai aspettato e che diede inizio a tutto.
il primo mondiale... la prima partita dell'Italia nel "Sei Nazioni"... alla faccia di chi non credeva...
Adesso, quando in campo fanno ingresso i "guerrieri", si comincia a sentire anche l'urlo della folla che fino a poco tempo fa mancava. Adesso, quando al Flaminio comincia a suonare l'Inno di Mameli 30.000 persone lo cantano a squarciagola e quando il gioco comincia, comincia la festa, la festa di chi gioca e sa che se dovesse perdere sarà pur sempre una vittoria, la festa del popolo del rugby che sa che se dovessimo vincere sarà un giorno di storia, e che se dovessimo perdere stasera festeggeremo insieme ai vincitori.

Francesco

giovedì 1 marzo 2007

IF THE RUSSIAN LOVE THEIR CHILDRENS TOO



Non lasciamoci ingannare dal titolo. Non parleremo dei russi, nè della Russia. Faremo invece riferimento a due notizie terrificanti che riguardano la cronaca di oggi e trarremo le nostre conclusioni, o meglio, esprimeremo la nostra opinione.

Dal TGCOM del 1 marzo 2007:

Belgio,madre uccide i cinque figli
La donna ha poi tentato il suicidio

Una donna belga ha ucciso i suoi cinque figli e poi ha tentato di suicidarsi, senza riuscirvi. Il fatto è avvenuto a Nivelles, a circa venti chilometri da Bruxelles. Le giovani vittime, colpite con un coltello o un pugnale, avevano tra i tre ed i 14 anni. E' stata la donna stessa a chiamare i soccorsi dopo il suo tentativo, non riuscito, di diventare la sesta vittima di questa strage familiare...

e, sempre dal TGCOM del 1 marzo 2007:

Usa,morto di mal di denti a 12 anni
La madre non aveva assicurazione medica

E' morto a causa di un mal di denti trascurato un bambino di dodici anni del Maryland, che non era stato portato dal dentisa da sua madre perchè non era coperto da assicurazione medica. Una tragica storia, raccontata dal Washington Post, che riporta in primo piano il tema della copertura sanitaria per i minori negli Stati Uniti. Sarebbe bastato estrarre il dente per salvare il ragazzo, ma la madre non poteva permettersi la spesa...

Due notizie all'apparenza diverse... eppure tanto simili...
una madre che uccide i propri figli è qualcosa di aberrante, che va al di là di una comprensione umana. Eppure... non è forse uno Stato (sovrano, o che si definisce tale), come lo è l'America, una grande famiglia che dovrebbe proteggere i propri figli, ovvero i suoi cittadini come se lo fossero, ed aiutarli nelle difficoltà, essere un sostegno per i deboli (un bambino in questo caso e come tanti altri accaduti in passato e che accadono sovente)?
Come può uno Stato come l'America permettere che i propri figli muoiano perchè la loro unica colpa è essere poveri!
Ora c'è da chiedersi se sia più vergognoso uccidere il proprio figlio o lasciarlo morire senza alzare un dito...
"If the russian love their childrens too" cantava Sting nel mezzo della Guerra fredda... If America (non gli americani) love her childrens too... mi viene da dire.
Francesco

martedì 2 gennaio 2007

L'anno che verrà



L'anno che verrà saremo tutti più buoni. L'anno che verrà ci porterà la pace e l'amore tra i popoli. Non ci saranno più guerre, non ci sarà più fame, non ci sarà violenza, non ci sarà odio tra gli uomini. L'anno che verrà sarà un anno diverso. Non avremo più paura delle bombe dei kamikaze, della guerra biologica, prenderemo l'aereo, il treno, il metrò senza timore, i bambini giocheranno per le strade senza saltare in aria su una mina e senza paura dell'uomo nero. L'anno che verrà non ci sarà più effetto serra e riscaldamento globale, non saremo più sommersi dai rifiuti, avremo più tempo per sorridere e da dedicare ai nostri figli.
L'anno che verrà voleremo più in alto, raggiungeremo le stelle più lontane, navigheremo in mari sconosciuti e scopriremo mondi paralleli. Scriveremo libri, canzoni, poesie e racconti nuovi perchè l'anno che verrà sarà più bello per tutti, balleremo nuovi balli e salteremo più in alto e urleremo più forte.
L'anno che verrà sarà diverso, ci incontreremo tutti tenendoci per mano e canteremo una canzone nuova, ci abbracceremo l'un l'altro scambiandoci regali e promesse per questo nuovo anno che verrà.
L'anno che verrà sarà migliore, l'anno che verrà... siamo tutti più buoni.
Felice 2007

Francesco